Vivacità e grinta erano la sua forza

 

Lily Françisca

 

"Più folle è colui che si innamora"

 

In questa vita siamo solo di passaggio, dovrei inculcarmelo dentro. Il dolore per la sofferenza e la morte di Lily è ancora forte dentro di me,  i ricordi mi stritolano il cuore, la pena mi sommerge a tratti più di una marea, e ripenso ai suoi ultimi giorni, alle sue espressioni quando mi vedeva arrivare sulla strada, ai  buffi giochi con  la sua coperta, alle sue ore più buie, all'ultimo giorno, lei trasfigurata dal dolore, ormai creatura quasi ultraterrena, trasportata dall'ultimo raggio del sole radente, composta nella sua sofferenza, senza un lamento, solo i suoi grandi occhi neri, ormai spenti, che  mi facevano impazzire per la loro umanità, per ciò che erano capaci di trasmettere a me essere umano, a me, che tanto l'amavo. Il suo musetto morbido delicato cercava la mia mano, lei lo sapeva che stava per morire, e me lo diceva con lo sguardo disperato, non voleva lasciarmi, ma era tanto stanca, trasmetteva la sua angoscia  come riusciva un tempo a trascinarmi con la sua  allegria, nei movimenti vivaci della sua  giovinezza dall'indole buona, ma grintosa e vivace. Restano di lei i ricordi terribili, non so se più terribili i ricordi dei giorni felici o quelli del dolore straziante per la sua malattia, per la sua  agonia. Vorrei poter pensare che questo male nel mio cuore scemi poco a poco, ma a distanza di tanti mesi è ancora vivo e tagliente  come se fosse sempre il 20 febbraio 2002, il giorno in cui ponemmo fine alle sue sofferenze.

Voglio credere che ora sia con il lupo di Gubbio, che fu caro  a San Francesco, con il pettirosso che tolse una spina a Gesù sulla croce, ho bisogno di credere che mi verrà incontro quando la raggiungerò, riconoscendomi,  saltellandomi vicino, per darmi un bacio nel palmo della mano a mò di saluto come era solita fare solo con me.

 

"Ci rivedremo Lily!"

 

 

Uno dei tanti giorni felici

 

 

"...Oh! Lily, Lily tesoro non te ne andare... Ti  prego non mi lasciare..."

 

Non mi vergogno di aver pianto  e pregato per lei, perché non soffrisse. Era in avanti con gli anni, ma aveva un cuore forte e polmoni eccezionali, avrebbe sofferto molto a lungo prima di morire, ci consigliarono di sopprimerla subito. Non ce la facemmo, non potendo tollerare la sua mancanza, ogni istante da quel momento fu vissuto come unico ed irripetibile, fu prezioso e meraviglioso e tremendo, in attesa del grande distacco. L'unica cura che ci consigliarono fu quella di darle dello zucchero per arginare le crisi ipoglicemiche provocate dall'eccesso di insulina. Molto ci aiutarono i rimedi omeopatici ed omotossicologici.  In due anni che stava male era diventata quasi cieca e sorda,  più per la malattia che per l'età, ma aveva capito che lo zucchero la teneva in vita, e aspettava diligentemente la sua zolletta ogni tre ore, anche di notte, a turno io e mio marito ci siamo alzati per portarle la"medicina", e lei, svegliata con una carezza, anche se non aveva fame si sforzava di mangiarla. Tutta la mia famiglia contribuì ,specie mia madre, alzandosi alle cinque del mattino era la prima a darle la razione del nuovo giorno, che lei accoglieva con mugolii di ringraziamento. Per diversi mesi non ebbe più attacchi, ma il male camminava inesorabile dentro di lei, le dosi di zucchero dovettero essere raddoppiate, si era appesantita, povera bestiola e non potevo farla correre o avrebbe perso subito conoscenza, entrando in coma. Fino a Natale, poi, capii che lo zucchero non sarebbe più bastato, ho assistito a ogni suo silenzioso tormento, l' ho vista spegnersi, e chiedermi perché, con quei suoi occhi immensi. Ma l' ho vista non cedere mai, appena stava meglio riaffiorava la sua grinta, il suo grande spirito combattivo  che dava esempio e coraggio e forza di lottare perfino a noi. Negli ultimi giorni, non l' ho abbandonata un attimo, trascurando ogni altra cosa all'infuori di lei. Faceva freddo, in giardino vicino alla sua cuccia, ma quello era il mio posto, stare vicino a lei, comunicargli che stavo soffrendo con lei. Il giorno prima di morire si era seduta vicino alla sua piccola casa, ormai stanca da tante sofferenze, consumata dal male e sembrava guardare lontano, avvertivo il suo dolore sulla mia pelle e dentro la mia anima, i suoi occhi quasi spenti, opachi, mi trasmettevano il dolore della morte, c'era un raggio di sole e lei sembrava già non essere più lì, ma soltanto la sua immagine proiettata da un altro mondo attraverso quel raggio di luce. Dopo una notte insonne passata a vegliarla, sperando nel miracolo di una morte pietosa, decidemmo di non prolungare oltre le sue sofferenze, ogni altro istante da farle sopportare mi era inconcepibile, mi procurava un dolore lacerante. Eravamo rientrati in casa alle sei di mattina, intirizziti dal freddo e dal dolore, con i suoi occhi stampati nel cuore che gridavano"Aiutatemi!" a vivere o morire. Alle otto Lily era ancora viva, andai per prima facendomi un coraggio di cui non mi credevo capace. Lei, agonizzante, cieca, sorda, sentì la mia presenza dall'odore, avvicinai la mia mano tremante alla sua testolina fulva, alzò il musetto in un disperato tentativo di  farmi capire che si era accorta della mia presenza, il mio respiro si ruppe in un rantolo disperato di pianto, di paura, di dolore, di agonia, della sua agonia; le dissi in un soffio: "Ci rivedremo Lily!", le altre parole mi si strozzarono in gola. Stefano la prese in braccio e l'adagiò in macchina. Fu l'ultima volta che la vidi. Lui la portò via per l'ultimo viaggio, nel luogo che amava di più, fra le colline, volle andare da solo o non avrebbe trovato il coraggio per fare ciò che doveva. Conoscevamo entrambi il suo terrore per l'ambulatorio del veterinario, che lei associava a paura e dolore,  e soprattutto, sapevamo che avrebbe capito che la portavamo a morire e le abbiamo evitato quell' ultima sofferenza. Lui e lei, come da sempre nelle uscite di caccia in quegli ultimi tredici anni, solo che il fucile aveva un solo colpo in canna ed era per liberare uno spirito dolcissimo e fiero perché tornasse al suo Creatore. Lily ha avuto una vita lunga e felice, ha ricevuto amore e tanto ne ha donato, chi la abbandonò sulla strada non saprà mai quello che ha perso. E per quanto io possa ora soffrire e quanto altro soffrirò per averla persa, non rinuncerei ad un solo istante, ad un solo ricordo di lei o gesto, o sguardo... o parola.

 

"Quante cose mi hai detto Lily... quanti racconti all'ombra del grande albero, e i discorsi sussurrati fra noi, come parole d'amore  incastonate nella volta del cielo. Oggi  ci sono miliardi di stelle in più Lily...mio tesoro..."

 

Lily in una delle sue ultime uscite di caccia

La Sua Storia

Tredici anni fa mio marito Stefano vide un cucciolo di Breton legato con una cordicella ad una pompa di benzina, vedendo dopo una settimana che la bestiola era ancora lì, sempre più magra e debole, la portò a casa. Quando la vidi me ne innamorai, la chiamai Lily Françisca  e lei si innamorò del suo nome, quando la chiamavamo saltellava, abbaiava, era ubriaca di gioia. Ha rallegrato il mio cuore per tanti anni, è cresciuta con me e Stefano, riempiendo la nostra vita di aneddoti buffi e di risate spensierate, d'amore. Aveva occhi dolcissimi, espressivi, neri come la notte, le bastava uno sguardo d'intesa, un impercettibile cenno per capire quello che doveva fare. Divenne ben presto una grande cacciatrice, amava cacciare, era pazza di mio marito e di me, ci sorprendeva sempre con la sua acuta intelligenza, con le sue trovate geniali quando voleva nascondere  i suoi ossi. Tre anni fa si ammalò con strane sonnolenze, poi dei tremori che culminarono in attacchi che sembravano epilettici. Il veterinario non capì subito di quello che si trattava, gli attacchi si ripetevano ogni due o tre mesi, l'ho sempre assistita in quei momenti, sorreggendole la testa per farla respirare, accarezzandola per fargli sentire la mia presenza. Lily è morta di cancro. Dopo un attacco più forte degli altri la ricoverai in clinica e la diagnosi fu: Insulinoma. Inoperabile. Incurabile. Inguaribile.

 

 

 

Lily nel suo prato

 

LILU'

 

 

"Ci rivedremo Lily!"

 

Vai sicura sei 

con lui che prima di me ti amò,

vai sicura e aspettaci.

Guardaci ancora

come sempre facevi,

guardaci

mentre corri felice nei prati del Cielo,

le tue zampe sono forti e giovani

non sentono più il peso del dolore,

i tuoi occhi ora vedono

le tue orecchie sentono...

 

"Dammi un bacio Lily!"

 

Il tuo musetto morbido

più di una carezza

come un battito d'ali

nel palmo della mano,

solo un accenno del tuo grande amore.

 

"Bella Lily, bella!"

 

Se anche non avessi un anima

tu sei nel mio cuore,

non morirai con me.

 

C'è un posto lassù sulle colline

che guarda oriente verso settentrione,

dove oggi per te dolcissima...

oh!...mia tenerissima...

il sole nasce per sempre.

 

 Nei primi tempi della sua malattia

 

Perché una pagina del mio sito internet dedicata a Lily?

 

Lei ha scritto con me fino all'ultimo racconto, attenta, mi ascoltava declamare le mie poesie, insieme pregavamo l'Angelus sul far della sera, guardando la luce morire dietro alle nostre  colline. La portavo con me quando andavo fuori a dipingere, riempiva la mia vita con la sua presenza, con il suo bisogno di carezze, completava l'artista che è in me, rasserenava le mie angosce con la sua dolcezza, mi faceva sorridere con i suoi giochi , mi stupiva per la  sua precisione, per il rispetto verso di noi e  soprattutto perché mi amava come io amavo lei. Riscaldava al mia anima nei momenti tristi, dalla finestra di casa, la chiamavo e lei pronta volgeva lo sguardo verso di me, con il suo tartufino nero sempre pronto a fiutare nell'aria gli odori portati dal vento. E' stata una fonte immensa  e luminosa della mia felicità.

 

 

 Quando scoprii che Lily si era ammalata di cancro, non sapevo ancora che la Multiterapia del grandissimo e umanissimo Prof. Luigi Di Bella potesse essere applicata anche agli animali. Quanta sofferenza  le sarebbe stata risparmiata! Quanta sofferenza può essere risparmiata a noi, esseri umani, se solo il velo della cecità cadesse dagli occhi!

Aprire gli occhi e guardare oltre...

Questo è il regalo che la mia Lily fa a chi soffre, uomo o animale, per avere una speranza, per avere la consolazione di una morte serena...

www.metododibella.org

 

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