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Duetto
liberamente
tratto
da
Otho Eskin
Dramma
in un atto
L'incontro tra due attrici, due grandi attrici , Sarah ed Eleonora, estremo gesto di una considerazione reciproca, assoluta, di una emotività espressa con il concretizzarsi di sentimenti apparentemente opposti: amore e odio…
Il camerino di Eleonora quella sera di aprile a Pittsburgh, un mondo fra questo e l'aldilà,un mondo fra due mondi, come il teatro stesso, la finzione e
la vita, l'ora prima della notte, un'ora frequentata da fantasmi, un'ora prima dello spettacolo, la sera prima
della morte di Eleonora.
Un mondo sospeso dove i confini si sfaldano, i limiti cedono mentre le verità si confondono e si moltiplicano…
Pittsburgh Pensylvania Usa 5 Aprile 1923
Eleonora Duse vi è approdata dopo un lungo peregrinare, sempre sola; ha lasciato D'Annunzio ed è fuggita, tutto per un episodio che ha esasperato un rapporto già in costante crisi; la Duse malata viene sostituita da Irma Grammatica nella figlia di Iorio, un successo inatteso quanto clamoroso: «Mi sono accorta di non essere più essenziale per D'Annunzio».
Così si allontana definitivamente e riprende “la sua vita errante”, Pittsburgh ne sarà l'ultima tappa, in quel teatro il suo ultimo “atto”, durante la notte, sola, in albergo morirà.
E' all'Antovir Theatre di Pittsburgh che alla fine della quarta tournee nel Nord America, iniziata da New York nell'ottobre del 1923 , reciterà “La porta chiusa” di Marco Praga, l'atto terminava con le parole «Sola, sola….», le ultime parole della Duse sulla scena.
E' qui nel retroscena del teatro adattato a camerino che un'ora prima dello spettacolo Eleonora si è addormentata vicino al copione e con lei assopita una “strana presenza”, inattesa, si aggira in quello spazio: è Sarah, Sarah Bernhardt, che ha superato la morte teatralmente.
Sarah ed Eleonora, un equilibrio di rivalità e di ammirazione reciproca.
Sarah vede “il dono” in Eleonora che l' ha sempre ammirata; è morta già da un anno, ma quella sera è lì, in quel retroscena di quel teatro freddo, non vuole lasciarla sola: «No,non sono tutti necessariamente estranei…», durante quell'intensa ora le vuole stare vicino: «Nessuno dovrebbe morire solo….è per questo che sono qui?».
Le renderà più accettabile l'avvicinarsi della morte; Eleonora, morirà sola, nella sua stanza di albergo, ma quanto di vissuto in quell'ora: tutta la loro vita.
Un piccolo concerto, un trio, con i due strumenti solisti che “cantano” i temi, continuamente intrecciandosi e tessendo il loro cercarsi e scoprirsi, ripetersi e rispondersi, ampliandoli con variazioni e precisazioni sullo sfondo di folle - famiglie - amori - teatri - tournee...
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